Anni '60:i primi sistemi di accensione elettronica
I primi sistemi di accensione elettronica apparvero alla fine degli anni '60, ma facevano ancora molto affidamento su distributori meccanici. Questi primi sistemi utilizzavano componenti elettronici per controllare la fasatura della scintilla di accensione, ma richiedevano comunque la regolazione manuale della posizione del distributore per impostare la fasatura dell'accensione.
Anni '70:sviluppo delle ECM
Durante gli anni '70, gli ECM iniziarono a diventare più sofisticati e integrati con vari sensori, tra cui il sensore di posizione dell'albero motore e il sensore di ossigeno. Questi sensori fornivano dati in tempo reale all'ECM, consentendo un controllo più preciso dei tempi di accensione.
Anni '80:fasatura dell'accensione controllata dall'ECM
Negli anni '80, la maggior parte dei veicoli iniziò a essere dotata di sistemi di accensione completamente elettronici con fasatura dell'accensione controllata dall'ECM. L'ECM ha utilizzato gli input dei sensori per calcolare la fasatura di accensione ottimale per ciascun cilindro in base alla velocità del motore, al carico e ad altri fattori. Ciò ha portato a prestazioni del motore migliorate, emissioni ridotte e un migliore risparmio di carburante.
Anni '90 e oltre:funzionalità ECM avanzate
Negli anni '90 e oltre, gli ECM hanno continuato ad evolversi con l'integrazione di funzionalità avanzate di gestione del motore, come sensori di detonazione, fasatura variabile delle valvole e iniezione diretta. Queste tecnologie hanno ulteriormente ottimizzato la fasatura dell'accensione e l'efficienza del motore, con conseguente miglioramento delle prestazioni e dell'efficienza del carburante.
Oggi, i veicoli moderni si affidano esclusivamente agli ECM per controllare i tempi di accensione, insieme a numerosi altri parametri del motore, per prestazioni ed efficienza ottimali. La regolazione manuale del distributore per la fasatura dell'accensione non fa più parte della manutenzione ordinaria del veicolo.